Presso il centro di arte contemporanea Trebisonda a Perugia ha aperto i battenti il quinto atto della rassegna di mostre dal titolo “Drawing as concept”.

L’ultimo capitolo che ha visto critici e artisti riflettere, ciascuno con i propri strumenti, attorno all’idea del disegno inteso in forme libere e contemporanee.

Il tema analizzato fa infatti riferimento alle modalità di intuizione, elaborazione e stesura iniziale dell’idea artistica, delineando percorsi e ricerca attraverso cui l’artista da forma all’intuizione originaria rendendola infine manifesta.

Un vero atto di rivelazione sembra dunque possedere l’arte, tanto più se contemporanea,
svincolata dall’idea tradizionale di rappresentazione della realtà, spostando l’attenzione in una
dimensione più puramente concettuale o, nei casi migliori, sensibile.

È infatti questa la particolarità che contraddistingua la ricerca artistica odierna e che rende l’artista un vero “sensitivo” di immagini invisibili all’occhio umano e che solo grazie alla sensibilità artistica diventano visibile ai più.

Maurizio Coccia, ragionando attorno al tema, si interroga sulla società odierna stracarica di immagini: “… L’idea di un’arte di trincea è fuorviante oltre che nociva. Eppure qualcosa che sembra resistere alla voracità digitale, c’è.

Un atteggiamento che pare essere sfuggito (o incomprensibile) ai patiti dell’etere: lo scetticismo.


La possibilità che ciò che vediamo non sia del tutto vero, giusto, efficace.

Magari è l’arte a incarnare la civiltà del dubbio di fronte al monopolio della sovraesposizione iconografica?”. A ben vedere forse il disegno, nel suo senso più nobile, non necessariamente ha bisogno di manifestazione visiva, attraverso la materia tangibile, utile solo per dare conforto agli occhi e dissetare la ragione.

Il disegno può essere puro gesto effimero ad uso e consumo del suo autore.

Anzi forse in linea di massima e in termini assoluti è sempre stata questa la sua caratteristica fondamentale.

Fino al 16 aprile, nella sede storica di Trebisonda, di via Bramante a Perugia, e sarà dunque possibile confrontare le ricerche su questo ambito.

Ad esporre i propri lavori sono artisti di diversa estrazione e di generazioni differenti, in cui anche
i linguaggi non omogenei servono a restituire la poliedricità di una ricerca aperta su più fronti.

Saranno dunque presenti opere di: Noemi Belfiore, Ursula Bolck-Jopp, Antonella Capponi, Sara Cancellieri,
Edoardo Cialfi, Emanuele Giannetti, Johannes Gottwald, Gisela Heide, Peter Kees, Helmut Kirchlechner,
Petra Kuptz, Gianni Lillo, Mauro Manetti, Andreas Mitterer, Germano Serafini, Stefan Wehmeier,
Wang Yu. (Lorenzo Fiorucci)

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