Di Claudia Stella

Possono due epoche lontane e diverse, dialogare in maniera armonica e creare significative bellezze? Se si passeggia all’interno dei vicoli stretti e scoscesi della medievalissima Trevi, tenuti sempre in penombra dalla proiezione dei numerosi palazzi signorili, scopriremo che la risposta è sicuramente un Si.

Qui, proprio alla sommità della collina, nella piccola piazza antistante al Duomo di Sant’Emiliano, c’è un luogo tanto mistico quanto la chiesa cui guarda con eterno rispetto, dalla sua piccola porta in legno. Non si tratta del misticismo umbro classico, quello per cui la nostra regione è nota al mondo, quello dei santi e degli eremiti; è un misticismo più adatto alla società del XX e XXI secolo.

Questo luogo è Palazzo Lucarini Contemporary.

Il nome lo lega fortemente alla storia della città, all’edificio storico dimora di una delle più importanti famiglie del posto; ma l’ultimo termine Contemporary ci proietta immediatamente nel nostro presente, cui diamo spesso poca importanza, che viviamo fugacemente nella frenetica quotidianità dei nostri gesti e dei nostri pensieri. E’ questo un luogo che ci invita invece a fermarci e a pensare in maniera nuova al nostro tempo e al nostro mondo.

Palazzo Lucarini Contemporary non è un museo, ma un centro per l’arte contemporanea. E c’è una bella differenza! Nei musei troviamo collezioni prevalentemente permanenti e la vocazione è quella di preservarne l’integrità ed esaltarne il valore.

Qui si susseguono eventi, mostre temporanee, laboratori, workshop, attività didattiche per bambini e ragazzi, incontri con scrittori e artisti. Tutto per favorire il dialogo con il territorio, i suoi abitanti e tutti i viaggiatori che arrivano nella nostra terra incuriositi dalla sua aurea insieme calma e misteriosa.

Palazzo Lucarini Contemporary è capace di sorprendere attraverso la produzione e la promozione della cultura della contemporaneità nelle sue molteplici manifestazioni. Svolge un ruolo di osservatorio e promozione del contemporaneo.

Certo, una volta varcata la soglia di quella piccola porta di legno, bisogna tornare un po’ bambini e lasciarsi stupire dalle meraviglie che possiamo trovare all’interno delle sale espositive.

Ed è proprio in questa capacità di creare meraviglia e parlare direttamente all’animo delle persone che l’arte contemporanea ritrova il legame con l’atmosfera sacra umbra.

Un centro per l’arte contemporanea non poteva trovare luogo migliore, accanto ai vicoli semibui, ai profumi della campagna e alle chiese francescane.

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