Con Spotter liberando il posteggio per qualcun altro si guadagnano punti da riscattare in voucher Amazon, gift card o buoni benzina.

Quanto tempo impieghiamo (leggi: sprechiamo) per cercare parcheggio? Tanto, troppo. Specialmente nelle città più affollate e caotiche, Roma e Milano su tutte che non temono confronti con altre metropoli come Bogotà, Dublino, Parigi o Londra fino a San Pietroburgo, Rio de Janeiro o Bruxelles (dati Inrix Global Traffic Scorecard).

Eppure, così come si può condividere un’auto, c’è modo di condividere anche il posto in cui quell’auto, in quel momento e prima di muoversi, è posteggiata. In una specie di catena che i compagni di viaggio già ora, ogni tanto, organizzano fra loro tenendosi un posto che miracolosamente si libera mentre magari il guidatore fa il giro del quartiere, e rischiando l’aggressione da parte di altri inferociti autisti, si scaraventa a occupare lo stallo appena materializzatosi.

Ora c’è un’app Android e iOS gratuita per questo (come c’è un’app per tutto, tanto per riecheggiare un vecchio spot Apple). Si chiama Spotter, l’hanno lanciata quattro startupper italiani (Jader e Jona Manno, Alessio Mazzotta e Alberto Stecconi) e in buona sostanza è uno scambio di posti in cui si paga e si guadagnano crediti, chiamati sPoints. Se mi lasci il posto ne guadagni, se lo prendo subentrando a un veicolo che è in partenza li spendo, anche se prima devo convertirli in seSterzi. Alla fine con quegli sPoints posso riscattarci buoni Amazon, gift card di altro genere o buoni benzina. O appunto posso comprarci seSterzi, utili a richiedere informazioni sui parcheggi.

Vincoli orari, dimensioni minime e altri fattori: la ricerca del parcheggio può essere effettuata impostando vari filtri e ogni utente disporrà ovviamente di un certo rating. SI tratta di un voto in stellette che gli consentirà di accedere a promozioni esclusive e altri vantaggi. Ovviamente se sarà elevato. Al contrario, se quel rating dovesse scivolare troppo in basso, si rischia di essere cacciati dall’applicazione. Il voto dipende da molti elementi. Fra questi, per esempio, la necessità di farsi sempre riconoscere al momento di lasciare il posto.

Meno circolazione per cercare il posto – che secondo l’Istat è la seconda preoccupazione degli italiani in fatto di mobilità – significa anche meno consumi e meno inquinamento. Secondo Spotter – che prende in modo geniale il nome da chi, nelle gare di corsa, è ai box e parla con i piloti in pista aggiornandoli su condizioni meteo, motore e altro di interesse per la competizione – chi usa l’app può ridurli del 20%. A Milano, un quinto del tempo del proprio tragitto è sacrificato nella drammatica ricerca.

Ma come funziona questa elementare ma geniale formula di social parking? Ogni utente può pubblicare o cercare un posteggio, tutto viene aggiornato in tempo reale. Si possono cercare posti in una specifica fascia oraria, per zone o come detto per dimensioni. Già pronto il lancio su Roma e poi, con ogni probabilità, all’estero. Speriamo che funzioni.

Di: Simone Cosimi

Fonte: https://www.esquire.com/it/lifestyle/tecnologia/a30267649/app-parcheggio/ del 10/01/2020

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